venerdì 25 giugno 2010

Alcune considerazioni sui generi musicali contemporanei

Il PUNK ROCK è un genere di musica rock diffusosi negli Stati Uniti a partire dalla seconda metà degli anni Settanta. Il termine punk in slang americano indica una persona inetta, arrogante, cattiva. Noto prevalentemente come fenomeno musicale, il punk nacque come espressione di radicale dissenso dall’establishment sociale e come reazione ai modelli musicali allora imperanti. Agli inizi i giovani punk intendevano dichiarare, con formule estreme, la propria totale estraneità nei confronti delle forme di organizzazione ed espressione della società a loro contemporanea. I Sex Pistols, con il loro aspetto anticonformista e provocatorio (creste di capelli dai colori improbabili, abiti neri e trasandati, piercing sul volto e sul corpo) e l’atteggiamento aggressivo (linguaggio molto libero, violenza sul palco, uso di droghe) richiamarono subito l’attenzione della stampa. Altri gruppi britannici di rilievo furono The Clash (eterni antagonisti dei Sex Pistols), i cui testi rivelavano un più marcato impegno sociale e politico, e i Damned, band di grande teatralità. Il punk si sviluppò ed ebbe successo anche in paesi europei. Particolarmente vivace in Germania, soprattutto nella Berlino divisa dal Muro. Nel febbraio 1979 Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, morì per un’overdose di eroina e di lì a poco il gruppo si sciolse. Nel frattempo, i Clash iniziarono a occuparsi sempre meno nei loro pezzi dei problemi sociali delle città britanniche (che pure erano stati il loro cavallo di battaglia nei primi album), maturando uno stile più “convenzionale” e “omologato” e altri gruppi si trasformavano in una caricatura della tendenza.

L’ HEAVY METAL è invece un genere musicale contemporaneo derivato dal rock. In inglese il termine significa "metallo pesante" e il metallo a cui si fa riferimento è quello delle corde delle chitarre elettriche il cui suono viene pesantemente amplificato e distorto. Il metallo contraddistingue anche l'abbigliamento dei musicisti e dei loro fans: fibbie, borchie, anelli, bracciali, crocefissi. Prodotto della cultura anglosassone, oggi il genere non ha un'area geografica privilegiata.

Invece l’ HIP HOP è un movimento culturale giovanile afroamericano formatosi alla fine degli anni 70 nelle comunità dei ghetti neri di New York, in particolare nel quartiere di South Bronx. La cultura hip-hop in particolare diede visibilità artistica ma anche sociale alla comunità nera dei ghetti delle metropoli americane determinandone una vera e propria rappresentatività politica, negata invece nei mass media ufficiali. Elemento fondante dell’Hip-Hop è la musica RAP. Ulteriore manifestazione del fenomeno hip-hop è la Aerosol Art (graffitismo): l'intervento sui muri della città, sui treni o autobus con scritte e decorazioni eseguite con bombolette spray si pone come espressione diretta di una creatività che si sottrae alle mediazioni imposte dalle forme artistiche tradizionali. L’autore di graffiti (writer) traccia la propria firma (tag) in maniera ripetuta nel segno di una delimitazione territoriale.
La cultura hip-hop enfatizza nuove alleanze all’interno di diversi gruppi (crews o posse), ma anche la crescita di antagonismo tra un gruppo e l’altro, esplicitata spesso in competizioni artistiche.
Nel corso degli anni ‘80 iniziò una fase di deterioramento in senso commerciale per via della “globalizzazione dell’evento” e la sua commercializzazione selvaggia. Molti esponenti dell’hip-hop si sono piegati al modello consumistico voluto dalla società dominante. Solo pochi hanno continuato la propria attività politica nel segno di una orgogliosa ideologia nazionalistica nera. Inoltre l’ingresso del rap nel sistema produttivo dello show business ebbe notevoli conseguenze sia economiche che estetiche: le innovazioni stilistiche apportate al comune background hip-hop provenivano ora anche dalle musiche bianche più commerciali.  Anche  i “riti” del rap sono riconducibili a modalità poetiche ed espressive tipiche delle tradizioni africane e afroamericane. Ad esempio ne fanno parte antiche competizioni basate sul confronto diretto degli sfidanti, (come racconta il film “8Mile”) tematiche come l’autocelebrazione e l’irriverenza nei confronti dell’avversario, per certi versi simili ad alcune tradizioni folcloriche europee come quella degli stornellatori italiani.
Nel segno di una consistente affermazione commerciale sono state le produzioni italiane degli Articolo 31 e di Jovanotti, capaci di creare efficaci e orecchiabili commistioni tra musica leggera e rap.
Il progressivo affermarsi del rap è stato accompagnato da numerose polemiche: la brutalità e la durezza dei temi trattati dai rappers sono stati visti come una gratuita e pericolosa istigazione alla violenza. L’escalation di violenza toccò il culmine con gli omicidi dei rappers Tupac Shakur e Notorious B.I.G., nel ‘96 e nel ‘97.
Nel corso del tempo sono stai approntati nuovi incontri tra generi musicali, che fondono ad esempio hard-rock e rap (come i Run-DMC) o che danno vita a sorte di “RAP-METAL” (Limp Bizkit). 

Il REGGAE è un genere musicale di origine giamaicana sviluppatosi nel corso degli anni 60, frutto del clima culturale, politico e religioso affermatosi nell’isola caraibica in quel periodo. Il termine reggae (che potrebbe derivare da ragged, “stracciato”, termine con cui si indicava un ritmo di ballo popolare giamaicano) apparve per la prima volta nel 1968. Diversi dialetti musicali contribuirono a creare il comune background della musica reggae: il mento, sostenuto dall’innovativa carica sensuale del R&B, determinò poi la nascita dello SKA, che godette di una notevole popolarità.
Col fenomeno dell’emigrazione interna verso le città prese piede il RASTAFARIANISMO, ispirato dal filosofo nazionalista Marcus Garvey. Il credo rastafariano unisce le rivendicazioni politiche del popolo giamaicano all’autodeterminazione e all’indipendenza dal colonialismo inglese, con una sorta di universalismo religioso che vede nel ricongiungimento con la '"madre Africa" un ritorno alla terra promessa. Su questo background ideologico e religioso si sviluppò la musica reggae, che divenne voce delle realtà rastafariane.
Dal punto di vista strutturale, il reggae ha rallentato la ritmicità ossessiva dello ska. La nuova musica venne subito adottata dai disk-jockey giamaicani. Fu però Bob Marley l'artista reggae più prolifico. Divenne una vera e propria icona della musica reggae e del credo rastafariano. Marley, come Peter Tosh e altri musicisti giamaicani, divenne attraverso il reggae il portavoce delle lotte per i diritti civili e per l'emancipazione del suo popolo.
Tra i rastafariani, tendenzialmente pacifisti, è diffusa la consuetudine di fumare cannabis.

Altro genere che analizziamo è la cosiddetta “MUSICA ALTERNATIVA”. Il patrimonio musicale definito "alternativo" fa riferimento ad un genere di canzoni e brani musicali scritti e interpretati non al fine di realizzare prodotti “finti”, "di mercato", bensì finalizzati ad esprimere, interpretare e condividere l'evoluzione ideologica, la polemica politica, i valori sociali e morali, la ricerca storica e, ovviamente, anche le emozioni, i sentimenti e i sogni dei giovani appartenenti alle aree sociali, culturali e politiche italiane, mantenute altrimenti in stato di isolamento. Questo movimento musicale ha connotazioni culturali e storiche molto particolari che lo rendono unico ed esclusivo. Non si è mai chiuso in se stesso e, pur essendo l'espressione di una cultura non conforme, di una gioventù antagonista, di un’ "alternativa" ai consueti strumenti della propaganda, proprio per la sua tenace ricerca poetica e per il costante adeguamento ai nuovi linguaggi musicali, è andato configurandosi come un importante strumento di mediazione culturale e politico, un "ponte" ideale tra un'élite di ribelli al conformismo e il circostante mondo giovanile soggetto alla omologazione delle mode e degli altri generi musicali.
La "musica alternativa" si distingue già per la sua divulgazione fuori dai canali commerciali: nessuna realizzazione dei gruppi o solisti italiani viene venduta nei circuiti commerciali dei negozi musicali; né  è stata pubblicizzata attraverso radio o televisioni. Ma sono diffuse e conosciute (da ormai più di due generazioni) solo attraverso lo strumento tipico delle culture clandestine: il "passaparola". In pieno secolo di comunicazione globale siamo pertanto di fronte a un enorme, quanto misconosciuto, fenomeno di espressione artistica antagonista, "alternativa" appunto, che rompe gli schemi dell’ipocrita comunicazione del sistema.
Inoltre pur nelle differenti fasi storiche e politiche del Paese e nonostante le sempre nuove e diverse forme musicali adottate, in esse si raccontano le avventure, le battaglie, le sofferenze ma anche le aspirazioni, i sogni ed i valori di oltre due generazioni di militanti; mentre è sempre costante il richiamo alla riscoperta dei valori tradizionali e di temi storici totalmente dimenticati o occultati dalla “cultura ufficiale", imposta dai telegiornali, dalle mode e dalla società contemporanea.
La "musica alternativa" nasce in un periodo, gli anni 70, di grande fermento culturale, in particolare per la destra, che viveva una fase di gravissima oppressione fisica e di forte riduzione degli spazi sociali e politici. Un periodo drammatico, segnato anche dalla morte di molti giovani militanti e passato alla storia come “Anni di Piombo”. In quegli anni nascono anche le radio libere che contribuiscono a diffondere queste canzoni e a renderle, a volte, persino popolari. E' il caso di "Trama nera" degli Amici del Vento che diventa una canzoncina canticchiata nelle scuole anche da chi non era certo di destra, al punto da vincere un premio come "brano più ascoltato" di un'emittente siciliana  di sinistra. Nello stesso periodo con il moltiplicarsi dei gruppi e dei cantautori, si avvia anche la produzione ufficiale di musicassette, 45 giri e LP, sempre però diffusi informalmente nel corso di concerti o di campi musicali e poi quasi sempre "duplicati" e passati di mano in mano in migliaia di esemplari. I "Campi Hobbit" (1977, 1978, 1980) rappresentano altrettante tappe di crescita del movimento musicale "alternativo" sempre in cerca di una migliore qualità musicale.
Negli anni 90 nuovi gruppi e nuove tendenze musicali arricchiscono il panorama della "musica alternativa". Anche alcuni gruppi  "storici" non disdegnano l'uso del rock, mentre i gruppi più giovani esprimono nuove sperimentazioni musicali spesso d'avanguardia, persino sorte di SKA. Da qui l'uso, da parte di alcuni gruppi di area (non solo italiani), della nuova definizione di "ROCK IDENTITARIO" (o Nazionalista) al posto dell'ormai vecchia "musica alternativa".
Tra le nuove aree musicali “alternative” emerse in quest'ultimo decennio, una citazione a parte merita la cosiddetta "musica Oi!", una sorta di “Punk (metal) Alternativo”. che spesso, ma non solo, espressione dei gruppi musicali che si rifanno al movimento degli Skinheads. Sia skin di destra che skin comunisti (Sharp, Redskin). Si tratta evidentemente, anche in questo caso, di prodotti eseguiti e diffusi fuori dai consueti canali commerciali, ma il circuito "skin" in ogni suo aspetto: produzione, distribuzione, concerti e pubblico, è completamente differente da quello "alternativo".
Ogni anno sono almeno una dozzina le nuove produzioni e centinaia i concerti organizzati. Inoltre l'evoluzione culturale nazionale  sta portando anche a qualche forma di riconoscimento ufficiale. In questo senso il punto di svolta è stato indubbiamente il "Concerto del Ventennale", organizzato a Monza nel 1997, per festeggiare i vent'anni di attività di due gruppi storici: gli "Amici del Vento" e la "Compagnia dell'Anello". Quel grande concerto ebbe, infatti, per la prima volta, il patrocinio degli Assessorati alla Cultura, della Regione e del Comune. Oltre questi 2 gruppi, possiamo citare per quanto riguarda la musica alternativa un pionieristico Lucio Battisti, i vari cantautori Marcello De Angelis, Massimo Morsello, Francesco Mancinelli, Gabriele Marconi, gli ZPM, I 270 bis; per quanto riguarda invece il Rock Identitario: gli Aurora e i 270 Bis, DDT (Dodicesima Dispostizione Transitoria), LPG (La Peggio Gioventù), SottoFasciaSemplice (SFS), Hobbit, ZetaZeroALfa (a volte con alcune tendenze Ska), InSeDiA (Innato senso di allergia – anche loro con tendenze stile Ska), mentre tra i ma ggiori gruppi “Oi!” troviamo i Civico 88, Dente di Lupo, Malnatt, Gesta Bellica, ADL 122, Intolleranza, Janus, InSeDiA (Innato senso di allegria – anche loro con tendenze stile Ska), LPG, Ultima Frontiera, Dente di Lupo, Legittima Offesa, Malnatt, Sumbu Brothers, e gli Hate for Breakfast (che addirittura fanno Hardcore).
Di recente sono anche nate delle Radio On-line di musica alternativa e cultura “non conforme”: RadioAzione e Radio Bandiera Nera.
In ascesa anche la pratica del graffittismo (dal motto "Muri puliti, Popoli muti").

CONCLUSIONI
Abbiamo visto che almeno originariamente ogni genere musicale nasce all’interno di una precisa realtà e come espressione della cultura che quella realtà rappresenta. Praticamente tutti i generi però, salvo la musica alternativa, nel corso del tempo si sono piegati alla commercializzazione, diventando “false” perché semplici prodotti studiati a tavolino per imporre tematiche sterili e senza storia, mode o stili di vita, anziché comunicare qualcosa di realmente proprio, di importante come quei disagi sociali che caratterizzavano e nobilitavano il senso di ogni genere quando essi erano nati. Perché proprio per questo sono nati ed esistono. Altrimenti la differenza tra essi diventerebbe soltanto una questione di velocità e di soldi.Se si ascolta la musica senza subire condizionamenti dalle strategie di marketing e dalle vendite, sarà veramente improbabile preferire musicisti che oggi scalano le classifiche “ufficiali”. I fans della musica commerciale diranno che dipende tutto dai gusti personali. Mi permetto di non essere d'accordo. C'e' un fattore assoluto che conferisce una forma di supremazia alla musica alternativa: se vai a dire ad un fan di Morsello che Morsello era commerciale, rischi la vita. Provate invece a dire a un musicista commerciale che la sua musica è alternativa e quello ne sarà lusingato (probabilmente senza capire manco che esiste un genere musicale alternativo al di fuori dei consueti canali commerciali). I fans possono fare acquisti ipnotizzati dai media e dalla pubblicità, ma spesso anche loro, implicitamente, riconosceranno la supremazia della musica alternativa. In gran parte, la storia della musica commerciale è ormai solo una storia dei produttori. Serve a fare “prodotti”, non a trasmettere sentimenti o disagi autentici! La “star” spesso non si limita nemmeno a scrivere la melodia o le parole. Il resto dipende da quanto le etichette discografiche sono disposte a investire, tra studio di registrazione e musicisti, e dalle qualità del produttore (che, tra l'altro, dipendono sempre da quanto si è disposti a pagare). Il musicista di oggi è (spessissimo) il produttore. Tutte le sofisticazioni e la complessità del suono che vengono usate in un album, dipendono in gran parte dal produttore e dal budget dell'etichetta discografica. Questo trasforma la musica da un superbo strumento di espressione artistica, culturale e sociale ad un qualcosa privo di sentimenti che può permettersi solo chi ha soldi, potere o raccomandazioni, indipendentemente dalle capacità. Conta essere “commercializzabili” non bravi.Personalmente poi, preferisco di gran lunga la “musica alternativa” perché è il frutto della NOSTRA cultura. Il regge ad esempio rispecchia una cultura, una religione, un modo di essere che non sono nostri, mentre Alternativa, Rock Identitario e Oi si. Il Rap, il Punk e gli altri, aldilà dell’orecchiabilità, nascono a loro volta,  dall’esperienza di marginalizzazione della comunità nera e dalla rivendicazione di un ruolo politico, sociale ed artistico da parte di essa. Perché, tra una canzone che parla della vita dei neri del Bronx (perché giustamente lì è nata) e una che invece parla della vita o della storia del nostro Paese, delle nostre tradizioni e della nostra cultura, dovremmo preferire la prima? Dobbiamo rispettare il rap o il reggae perché portavoci delle lotte per i diritti civili e per l'emancipazione dei propri popoli. Così come dobbiamo rispettare e possiamo anche sostenere la lotta di questi popoli! Ma il nostro malessere sociale nasce da tematiche diverse e quindi ha prodotto il proprio bagaglio musicale e culturale ed è a questo che noi dobbiamo fare riferimento...non certo a quello degli altri. Anzi al contrario, visto che per esempio reggae e capelli rasta per i giamaicani è pure una questione più profonda, addirittura quasi religiosa, trovo irrispettoso nei loro confronti, appropriarsi del loro stile... addirittura solo per moda!

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

"L'avvento dei giovani al potere contro lo spirito parlamentare, burocratico, accademico e pessimista...può dunque, e deve, osare temerariamente!"